E come vi avevo promesso qualche articolo fa, eccomi a parlare della disabilità.
La disabilità.
Vi siete mai chiesti davvero cosa sia?

Se vi dovessi chiedere di dirmi ora, in questo istante, cos’è secondo voi la disabilità, cosa mi direste?
Probabilmente mi dareste una di quelle risposte preconfezionate a mo’ di lasagna del reparto surgelati, del tipo:
È una condizione per cui un certo individuo presenta una mancanza rispetto alla massa.
Oppure
È una persona che non riesce a fare alcune cose da sola per cui va aiutata.
Ci sono andato vicino?
Ok, allora, per la prima risposta ribatto:
una persona aerofobica ha una disabilità perché non riesce a fare una cosa che in molti fanno: prendere un aereo.
E alla seconda riflessione ti dico:
una persona che in cucina è un disastro è una persona con disabilità perché deve essere aiutata e guidata, altrimenti al posto di un buonissimo ragù di carne ti presenta una passata scialacquata e insipida… Bleah! 🤢
Bang! 2 a 0 per me!
Volete il K.O.?
Una persona con disabilità è una persona che presenta minorazioni fisiche o sensoriali, come l’impossibilità di usare le gambe o il senso della vista o dell’udito…
Situazione: due genitori con un figlio non vedente in casa.
È inverno e la sera è buia e tempestosa con fulmini e saette.
Salta la corrente.
Chi è la persona con disabilità?
9…10! Din din din!!! Knockout!
Come quello che ho fatto io giocando alla WII.
Anzi no, questo è stato molto più veloce! 🙂
Allora, che cos’è la disabilità?
Il nostro caro amico Wikipedia dà questa definizione:
La disabilità è la condizione di chi, in seguito a una o più menomazioni strutturali o funzionali, ha una ridotta capacità d’interazione con l’ambiente sociale rispetto a ciò che è considerata la norma, pertanto è meno autonomo nello svolgere le attività quotidiane e spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale.
Ci è andato molto cauto anche lui.
spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale.
rispetto a ciò che è considerata la norma
in seguito a una o più menomazioni strutturali o funzionali
NOTA: queste tre frasi sono evidenziate in rosso nella definizione sopra citata
- spesso in condizioni di svantaggio nel partecipare alla vita sociale
Ahimè questo è vero, ma anche una persona molto timida o sociofobica ha difficoltà a relazionarsi nella società, eppure non viene vista come persona con disabilità. - rispetto a ciò che è considerata la norma
Questa norma… allora, in statistica la norma è il valore che compare più frequentemente in una distribuzione di frequenza e si calcola…
Ah no scusate, non si parlava di quel tipo di norma.
La norma cioè la massa, la maggiorparte della gente.
Bene… quindi, ipoteticamente, in un mondo di nuotatori un idrofobico sarebbe considerato una persona con disabilità.
Così come in un mondo di non udenti la persona con disabilità sarebbe colei che non riesce a distinguere i segnali vibranti o non è in grado di leggere e interpretare la LIS, praticamente l’85% della gente. - in seguito a una o più menomazioni strutturali o funzionali
Su quest’ultimo punto non sono d’accordo perché ritengo che esistano molte (troppe) persone con menomazioni a livello cerebrale le cui molto ridotte (quasi inesistenti) capacità di ragionamento e di vedere al di là del proprio ego non vengono diagnosticate come disabilità, comunque… questo è un PPP (parere puramente personale).
E allora, cos’è la disabilità?
Dipende… oh, certo che dipende.
Da qualcosa o da qualcuno?
Da entrambi in realtà.
Da qualcosa
A me piace dare questa definizione:
La disabilità è una discrepanza, momentanea o permanente, che si manifesta nell’interazione da parte di un soggetto in un certo ambiente.
Perché momentanea?
A molti di voi sarà capitato di rompervi un braccio o una gamba e di dover portare il gesso per qualche mese.
In quel caso, eravate voi i disabili, sì o no?
Potevate guidare la macchina o dovevate farvi necessariamente accompagnare?
Potevate lavarvi da soli o dovevate chiedere aiuto a qualcuno?
Un esempio ancora più semplice… quando siete al volante in un certo senso vi trovate in una condizione di discrepanza con l’ambiente se vi arriva un messaggio e lo volete leggere. Perché? Perché quando si guida gli occhi vanno tenuti sulla strada e non da altre parti e se non lo fate siete degli incoscienti, imprudenti e anche qualcos’altro perché mettete a rischio la vita vostra e degli altri e la disabilità temporanea può diventare irreversibile (se non accade di peggio).
In sostanza, tutti in qualche occasione, più o meno lunga, più o meno evidente, viviamo un lasso di tempo della disabilità.
Vorrei sottolineare la specifica “in un ambiente” che non è sempre lo stesso. C’è la casa, l’ufficio, la palestra, il lunapark.
Nell’arco di 24 ore si cambia… si cambia ambiente, si cambia compagnia, si cambiano i comportamenti in relazione a dove siamo, con chi siamo e dove e qual è il nostro ruolo in quella circostanza.
Da qualcuno
E questa è la parte fondamentale.
Come dico sempre io, ma in tutte le situazioni del mondo… una persona è quello che è non solo per i suoi meriti, ma anche e soprattutto per la considerazione che gli altri hanno di lei.
Perché una star (del cinema, del palcoscenico, dell’arte) è una star?
Sì, vero, perché ha talento (eheheheh, ma non sempre è così se ci pensate bene), ma comunque anche quelli che non meriterebbero proprio ovazioni e quant’altro sono delle star. Semplicemente perché è la gente che li considera tali.
Insomma, personalmente io faccio ancora fatica a credere che una banana attaccata ad un muro con del nastro adesivo abbia potuto essere considerata un’opera d’arte ed essere acquistata per una cifra da capogiro…
Perché tu sei ignorante e non capisci l’arte!
Ahahahah, ecco! 🤣😂
(per favore non scateniamo polemiche, era un esempio e un altro PPP.
Tuttavia, c’è chi l’ha considerata tale e quindi ha avuto successo.
Cosa voglio dire con questo?
Voglio dire che l’appoggio della famiglia, degli amici, delle persone con cui ci si relaziona è importante, e non ha senso continuare a sottolineare i punti deboli, i difetti, le disabilità (chiamateli come volete) di una persona.
A chi piace sentirsi dire cose del tipo “Sei grasso, non ci passi!” o “Hai un bozzo enorme sulla faccia che ti fa sembrare la befana!”?
A nessuno, credo…
Ma se quella persona è piacevole, ci si sta bene in compagnia, perché dire queste cose?
Tacitamente si cercano di evitare quelle situazioni che potrebbero metterla a disagio, e se non ci si riesce amen; quando compare il problema si trova immediatamente una soluzione senza badare troppo a far pesare le circostanze, giusto?
Con una persona con disabilità bisognerebbe fare la stessa identica cosa.
Quando si è con una persona in sedia a rotelle e si sta arrivando in un luogo dove si vedono solo scale, o si cerca un ascensore, o si cambia posto, senza sottolineature o evidenti perché, se si vuole davvero bene ad una persona, ne si apprezza la compagnia, lo stare insieme, non importa quali difficoltà ci possano essere, basta affontarle con discrezione!