Come faccio a descrivere i colori?


Qualche anno fa, mi è capitato di tenere una specie di webinar, come li chiamano oggi gli espertoni, una sorta di seminario online – in quanto eravamo in periodo pandemico -, con vari insegnanti dei più disparati Istituti superiori del territorio.
Ovviamente, tutte le scuole partecipanti avevano in qualche classe degli alunni con disabilità visive. Tra questi Istituti c’era anche qualche indirizzo artistico e un docente, preoccupatissimo, mi ha rivolto questa domanda: “Come faccio a descrivere i colori?”.
Domanda stupenda! Come si fa a descrivere qualcosa di prettamente visivo a una persona che la vista non ce l’ha?

 

Il colore ha un ruolo, oserei dire, vitale nella vita di chi vede, no?
Il segnale di STOP è rosso perché sia ben visibile in quasi tutte le situazioni, il semaforo ha tre colori differenti per la regolazione del traffico, la carne che vedete nel banco frigo è più o meno bella (cioè, viene comprata), in base alla tonalità di rosso o rosa, l’arredamento di un locale vi attrae non solo per la disposizione dei mobili e degli oggetti ma anche per i vari colori chiari e brillanti, vi accorgete prima che un cibo è andato a male per il colore che ha, vi piace un certo giardino piuttosto che un altro per la varietà di fiori colorati che ci sono, vi lamentate se avete un televisore o un computer vecchio anche perché non distinguete bene i colori, che una macchina fotografica è più figa di un’altra anche per come cattura la luce e quindi i colori, vi accorgete se una persona sta bene o no per il colore della sua pelle, in campo pubblicitario non ne parliamo di quale fondamentale importanza riveste il colore ancora più delle scritte…
E potremo andare avanti all’infinito.
Insomma, per chi ha il dono della vista, il colore è una componente indispensabile in praticamente tutto.

 

Effettivamente, il colore è qualcosa che si fa fatica a descrivere, in quanto la verità è che solo chi ha visto il colore con i propri occhi può realmente sapere cosa sia.
Le persone come me, che non sono nate non vedenti, hanno un vago ricordo di cosa siano concretamente l’arancione, il rosa o il bianco, e possono fare uno sforzo di immaginazione se non hanno mai visto un’altra sfumatura.
Esempio, quando mi dicono: “È un indaco più tendente al viola che al blu”, in qualche modo riesco a immaginarlo (più o meno), perché ho visto l’indaco, ho visto il viola, ho visto il blu, e sono in grado, più o meno, di farmi un’idea.

Che poi in realtà anche lì, lo stesso colore se te lo fai descrivere da due persone diverse sono due colori diversi
Ahahahah, è vero!

Ma per uno che non ha mai visto, effettivamente è impossibile immaginare veramente come sia.
Una strategia che si adotta in questi casi è esattamente la stessa dell’occhio: facciamolo percepire questo colore. Non con la vista, è chiaro.
Carissimi lettori che avete il dono della vista, molto spesso voi dimenticate che i sensi in realtà sono cinque, e si chiamano sensi appunto perché permettono di sentire, di avvertire qualcosa.
E se aggiungiamo anche il senso delle emozioni, ecco che entra in gioco un sesto modo per percepire il colore.

 

Quante interpretazioni, nell’arte appunto, ma anche nella poesia, nella letteratura si trova di oggetti, paesaggi che vengono descritti o rappresentati con dei colori, per descrivere questa o quell’altra emozione?
Il classico esempio è il Periodo blu di Picasso, no? Un trascorso doloroso per l’artista, nel quale il colore prevalente delle sue opere era appunto il blu.

Cielo al tramonto colorato di sfumature arancioni e rosse, con una falce di luna crescente. Più in basso, il mare scuro con alcuni alberi in primo piano.
Tramonto sul mare arancione e rosso con falce di luna

Un bel tramonto sul mare, con i colori che vanno dall’arancione al rosa, al rosso, è bello perché? Perché ci sono tanti colori diversi che cambiano nel giro di pochi minuti, sì è vero, ma anche perché vi suscita una qualche emozione.
Oppure, visto che ormai avete capito che mi piacciono molto i cartoni animati, se pensiamo a Inside Out, ogni emozione è rappresentata con un colore: Gioia è gialla, Rabbia è rossa, Tristezza è blu (guarda caso, proprio il periodo di dolore di Picasso), paura è viola, disgusto è verde.
Ma allora, perché non provare a descrivere i colori con le emozioni? O con altre caratteristiche che ci trasmette quel colore: emozioni certo, ma come potrebbe essere quel colore, se usiamo anche tutti gli altri sensi?

 

Cosa mi rispondereste se vi chiedessi: “Se potessi toccare il blu, cosa sentiresti?”
È freddo. È duro, ma è liscio.
Probabilmente ci ho azzeccato, ma perché? Perché il blu viene associato al mare, alla tranquillità e alla vastità del cielo, oltre che alla malinconia.
Se vi chiedessi: “Che sapore ha il giallo?”
Mi direste che è pungente, ma strano: in bocca è fresco, ma sulla pelle è caldo.
Certo, com’è il limone? E il Sole?
Lo vedete che inconsciamente voi già sapete com’è quel colore, anche con gli altri sensi?
Possiamo fare lo stesso gioco anche al contrario: prendiamo una qualsiasi cosa e associamole un colore.
“Di che colore è il suono di un sassofono?”
Secondo me è un bel blu metallizzato.
A questo proposito, c’è una app, tutta italiana, che ha provato a trasformare in suoni le opere d’arte in base proprio ai colori.
Personalmente non l’ho mai provata, ma si chiama Multiart ed è disponibile sia per iOS che per Android.

 

Quindi, come potreste rispondere alla domanda fatta da una persona che non ha mai visto che vi chiede: “Com’è fatto il marrone?”
Potreste dire: “È ruvido come la corteccia di un albero, ma è anche amaro come il cioccolato fondente.”
“E com’è il verde?”
“Fresco come la menta, e un po’ vellutato come le foglie degli alberi e odora di erba appena tagliata.”
Il bianco è il più chiaro di tutti, soffice e freddo come la neve, ma puro come una colomba.
Il nero è l’esatto opposto: il più scuro di tutti, come la notte senza Luna, senza un filo di luce.

 

Nel film che trovi sul mio canale YouTube (digitalizzato manualmente dalla vecchia videocassetta, quindi per favore accontentati dell’immagine), c’è esattamente questo esempio.
Uno studente non vedente dalla nascita è appassionato di una band di Los Angeles che veste sempre di azzurro e si chiede “Chissà com’è l’azzurro”. Ma in realtà l’insegnante non gli risponde, bensì…
Il colore non si può vedere, quindi descriviamolo con le emozioni e le sensazioni che ci trasmette.

 

 

 

 

 

Come faccio a descrivere i colori?

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