Nuovi fondi per l’assunzione di persone con disabilità


📣 “Stanziati nuovi fondi per l’assunzione di persone con disabilità!
È un argomento che sento da quanto?

20 anni?

 

Forse anche di più, o forse ero troppo piccolo ignorante per capire a cosa ci si riferisse.
Ma oggi mi appare questa notizia la rivoluzione del lavoro parte dalla Lombardia: 2 milioni di euro per le imprese che assumono.
Yeeeeeaaaaahhhhh,cosa volete, un applauso? 👏👏👏

 

La solfa è sempre la stessa no? Stanziamo soldi per l’assunzione di persone che hanno questo, questo e quest’altro, facciamo vedere che siamo bravi, e poi? E poi i lavori riservati a queste persone sono: magazziniere, scaffalista, impiegato, addetto alle pulizie…
Allora fermi fermi, ogni lavoro ha la sua dignità e la sua importanza, ci mancherebbe, non sto dicendo questo. Sto soltanto dicendo: voi avete mai visto un annuncio di lavoro riservato di categorie protette per fare, che so io, l’elettricista, il medico, il contabile, l’architetto?
Capite dove sta il problema?

 

Io sono una persona estremamente fortunata, sono non vedente e faccio l’informatico. Sì, ma sapete perché? Perché ho avuto la fortuna di trovare una persona che al colloquio di lavoro non ha pensato “Lo assumo perché così ho l’incentivo economico aziendale”.
No signore! Hanno visto in me una persona capace, qualificata che può essere di supporto e un elemento valido per il benessere e la crescita economica dell’azienda.
Ma ora io mi domando, quante aziende quando vedono una persona con disabilità pensano: “Cosa può fare questa persona per me?”.
Ve lo dico io: lo 0,1%.
Quanti invece dicono: “Porca puzzolina, devo assumere una persona con disabilità perché me lo impone il quadro normativo? Il restante 99,9%.
Che poi carissimi lettori, vi svelo un’altra cosa che probabilmente non sapete.
A parte il fatto che l’80% delle offerte di lavoro riservate ai lavoratori disabili non è full time, ma poi c’è anche questa fantomatica legge 68/99.

 

Appunto, non c’è già quella?
Sì sì, certo che c’è. Il problema è che è fatta come la maggior parte delle cose fatte in Italia.

Ehm, ehm… Io tirerei un po’ il freno se fossi in te però…
Sì forse hai ragione, ma qualcuno deve pur dire le cose come stanno veramente, che sulla carta è tutto bellissimo, ma la realtà è sempre tutt’altra storia.

 

La legge 68/99 è un bellissimo calderone dove ci siamo dentro tutti! E quando dico tutti, intendo dire proprio tutti!
Ciechi, sordi, muti, paraplegici, tetraplegici, SLA, SMA, epilettici, disgrafici, discalculici, quelli con la sindrome di Asperger e di Down, diabetici, nani, quelli con un braccio solo…
Eheheh già, proprio così!
Mi spiego? Avvertite che c’è qualcosa che cozza in tutto ciò?
La persona che non sente è uguale a chi ha una statura inferiore al metro e 30 e chi ha la sindrome di Down è uguale a chi deve necessariamente fare i conti con la calcolatrice.

 

Ovviamente, se poi io, persona in sedia a rotelle, che ha una laurea in lingue fa il colloquio di lavoro per receptionist e insieme a me si presenta uno che ha fatto solo il Liceo linguistico ma a lui manca solo il braccio sinistro dal gomito in giù… il datore di lavoro secondo voi chi sceglie (in base alle percentuali di prima)?
Perché? Ah, probabilmente perché il mio albergo non ha le uscite di sicurezza adeguate, perché il mio ascensore ogni 3×2 è guasto, perché devo rivedere gli spazi altrimenti la sedia a rotelle in certi posti non può arrivarci, perché…. tanto io la legge la sto rispettando lo stesso, ma è più facile gestire uno che non ha un braccio ma può tranquillamente muoversi come gli pare.

 

Chiara la questione, no?
Il problema di fondo è la mentalità. In Italia quanta gente pensa che la persona con disabilità sia una risorsa?
La stessa percentuale che la assume.
E quanta gente pensa che un disabile sia solo un peso?
Benissimo, ci siamo intesi.
Allora, la soluzione qual è? Continuare a stanziare soldi statali e regionali, ora pure del PNRR che andranno sempre e comunque magnati da qualcuno, oppure cominciare a cambiare la mentalità di coloro che ragionano solo per stereotipi e per quello che non conoscono?

 

Ed ecco, una nuova misura che parte dalla Regione Lombardia, che è sempre la più avanti rispetto a tutte le altre regioni di Italia…

Basta crederci

Ma i soldi di per sé non servono a molto, se i pregiudizi continuano ad essere radicati.
Se questi fondi venissero investiti in formazione e divulgazione da parte delle Istituzioni competenti per informare su cosa è oggi la condizione di invalidità in tutte le sue forme e illustrassero le strumentazioni, le possibilità, le potenzialità che nel XXI secolo si possono adottare per assumere un individuo con quel tipo di disabilità e che quella condizione per quella mansione non rappresenta un ostacolo perché si può risolvere in un dato modo, allora avrebbe un senso. Ma se ci si limita ad assumere una persona con la legge 68/99 solo per uno sgravo economico, allora è una manovra uguale alle 300 mila adottate sino ad oggi, i cui risultati ancora non si vedono.

 


L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.
Il lavoro nobilita l’uomo e gli dona dignità.

Ce le ricordiamo queste frasi che ci hanno fatto la testa quadrata tra i banchi di scuola?
E la loro applicazione è in questo? “Assumete, care aziende, così avete vantaggi economici?

 

Più gente che lavora significa anche un Paese economicamente più forte, un Paese che sa dare valore e valore aggiunto a tutti i suoi cittadini e ciascuno si sentirebbe parte di un gruppo, un tassello che ha un suo ruolo specifico nella società e ne gioverebbero tutti: in primis la persona con disabilità che ha un lavoro dignitoso e che può, almeno in parte, sentire la sua indipendenza, i colleghi perché trovano un nuovo collaboratore, socio, amico, il datore di lavoro, perché ha saputo andare oltre i pregiudizi e assumere una risorsa in più, lo Stato, perché è calata la disoccupazione.

 

Badate bene, non sto dicendo che la persona che non può camminare e vuole fare la guida alpina allora deve essere per forza assunta altrimenti… cioè, le cose devono essere fatte con coerenza e cervello da entrambe le parti, ovviamente.
Ma i datori di lavoro, le aziende e anche l’utenza eh… perché anche molti fruitori si voltano dall’altra parte quando vedono qualcosa “fuori dal normale”.
Però perché un avvocato non può essere non vedente, un veterinario in sedia a rotelle, un giardiniere Down?
Ce ne sono, certo che ce ne sono sicuramente. Ma perché bisogna sempre distruggere e lottare contro milioni di pregiudizi prima di riuscire a occupare una posizione che per chi non è disabile è a portata di mano?
Ormai di lavori ce ne sono a bizzeffe, tutti diversi e tutti utili.
Se ciascuno di noi provasse, nel suo quotidiano, a capire le qualità, le capacità e le possibilità di chi gli sta davanti prima ancora di osservarne i limiti, allora veramente si potrà ridonare la vera dignità anche alla persona con disabilità, e non verrebbe più vista come un peso a cui pagare solo la pensione di invalidità, ma una risorsa che può veramente fare la differenza in meglio.

 

 

 

 

 

Nuovi fondi per l’assunzione di persone con disabilità

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