L’accompagnamento di una persona non vedente


Chi di voi si è mai trovato nella situazione di dover accompagnare una persona non vedente, che magari non aveva nemmeno il bastone bianco?
“Che brutta cosa, e ora come lo accompagno? Lo prendo per la mano… no, per le spalle, così se inciampa e cade lo tengo io… no, lo prendo a braccetto, è la cosa migliore… No anzi…”
Frenate, frenate gente!

 

Esiste una tecnica ufficiale per l’accompagnamento, con o senza bastone che ora andiamo a snocciolare e illustrare per bene.

 

 

Il contatto

Ovviamente, perché una persona non vedente vi segua deve avere un contatto fisico con voi.
E il contatto è rappresentato dalla parte inferiore del vostro bicipite, vicino al gomito.

 

Destra o sinistra dipende se la persona non vedente è mancina o destra, io ho perennemente il bastone nella mano destra, quindi preferisco stare alla destra del mio accompagnatore.

 

In più, l’la guida dovrebbe anche essere un passo avanti rispetto alla persona che accompagna.
Perché questo? Principalmente per due motivi:

  1. in tal modo l’accompagnatore non ha le mani occupate, quindi se deve usare lo smartphone o prendere qualcosa è liberissimo di farlo con un impiccio in meno;
  2. come per il cane guida, se siete un passo più avanti, si percepisce subito che direzione state prendendo, anche se si tratta di una lieve curva o una discesa, quindi potete muovervi senza specificare la direzione in cui state andando.

 

 

Gradini e scale

Esiste un modo molto molto semplice anche per affrontare displivelli come i gradini.
La tecnica è esattamente quella che userebbe il cane guida.

 

Arrivati sul ciglio dello scalino, l’accompagnatore si ferma per mezzo secondo e poi fa il primo passo.
Ovviamente, se il movimento è verso l’alto il gradino è in salita, viceversa è in discesa.
Quando la serie di gradini è terminata, ci si ferma ancora per mezzo secondo e poi si riprende.

 

Quindi, quando bisogna affrontare una serie di gradini: ci si blocca per un attimo, si fa la scala, ci si ferma ancora e si prosegue.
Lo scalino singolo è una scala con un solo elemento, non cambia assolutamente nulla.

E qui è uscita la tua anima informatica!
Ahahah, scusate, deformazione professionale.

 

 

Porte e varchi stretti

Ultima questione da affrontare sono l’attraversamento delle porte e gli spazi stretti in generale.
Ovviamente, non c’è sempre tutto lo spazio a disposizione per stare quasi affiancati; ogni tanto bisogna stringersi.

 

E come fare?
L’accompagnatore va davanti e la persona accompagnata rimane più indietro.
Come?
Presto detto!

 

La persona vedente sposta il braccio di aggancio dietro la schiena.
La persona accompagnata percepisce il movimento, fa scivolare la mano lungo l’avanbraccio per afferrare il polso e si sposta dietro il suo accompagnatore.

 

Facile no?
Così si è uno dietro l’altro, si occupa lo spazio di una persona, non si è di intralcio ad altri e l’accompagnamento rimane in totale sicurezza.

 

 

Riepilogo dell’accompagnamento

Ricapitolando il tutto, questa tecnica di accompagnamento può essere fatta anche senza che la persona con disabilità visiva abbia il bastone.

  • il punto di contatto principale è il bicipite, poco sopra il gomito;
  • quando ci sono dislivelli o gradini ci si ferma un attimo e si inizia a salire o scendere la scala;
  • per i passaggi più stretti, l’accompagnatore pone il braccio a ridosso della schiena e la persona accompagnata cambia il punto di contatto dal gomito al polso e si sposta dietro.

Questa tecnica di accompagnamento presenta diversi vantaggi e rispetta anche gli individui coinvolti:

  • non ci si prende mai per mano: un gesto per molti considerato intimo, che permette anche, come già detto, all’accompagnatore di avere le mani libere;
  • avendo come contatto la parte superiore del gomito, la persona accompagnata riesce comunque a percepire tutti i movimenti della sua guida.
    E quando dico tutti, intendo proprio tutti.
    Se per caso l’accompagnatore si china perché magari c’è un ramo, un’anta o un qualsiasi ostacolo per cui bisogna abbassarsi, anche la persona non vedente lo percepisce e si piega di conseguenza;
  • seguendo queste pochissime e semplici regole, si può tranquillamente conversare durante gli spostamenti, in quanto tutte le indicazioni vengono date esclusivamente con i gesti e il movimento corporeo.

 

Bene! Mi pare che non ci sia altro da aggiungere.
Quindi, la prossima volta che mi trovate a dover accompagnare una persona con disabilità visiva, sapete come muovervi! 😉

 

 

 

L’accompagnamento di una persona non vedente

Condividi su

Torna su
BlindWorld / Si può fare anche al buio
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.