La comunicazione con i non vedenti

Riassunto

Devi davvero cambiare il tuo linguaggio quando parli con qualcuno che non ci vede?


Nel corso della mia vita (intendo da quando ero piccolo sino ad oggi) sono entrato in contatto con una marea di gente dalle personalità più svariate: l’egocentrico, il timido, il “so-tutto-io”, il distratto, il curioso, il malizioso, il pettegolo e chi più ne ha apiù ne metta.
Tutta questa moltitudine, però, ha avuto una cosa in comune, almeno nei primi momenti che mi ha conosciuto, e cioè all’inizio non riusciva a comportarsi in modo naturale.

 

Questa potrebbe sembrare una cosa normale, in fondo nessuno di noi si comporta naturalmente quando entra per la prima volta in contatto con una persona di cui non sa niente. Ma ciò di cui le persone avevano più paura quando stavano con me era il linguaggio che utilizzavano.

Eh già… (coloro che non si sono mai posti questi problemi si possono davvero contare sulla punta delle dita di una sola mano).
Problemi del tipo:•

– Devo stare attento a non usare i verbi vedere, guardare e simili;
– Non devo fare riferimento ai colori;
– Ma quando sto con lui/lei come mi devo comportare?
– Se lo/la accompagno posso andare al mio passo?
– Devo dir-gli/le cosa c’è intorno?

E una marea di altre domande che potete immaginare e che magari vi siete fatti o vi fareste anche voi.

 

E quindi qui, già dal primo approccio con una persona nuova noi vediamo (perché sono talmente evidenti le paure) subito le goccioline di sudore che partono dalla fronte e colano giù lungo le guance, le mani tremano (e forse anche la voce), manco se questo poverino che, boh, forse pensa di trovarsi al cospetto della Queen Elizabeth, abbia appena corso una maratona regolamentare di 42 chilometri battendo tutti i record del mondo.

Va be’, forse ho un tantino esagerato, ma per farvi capire che l’insicurezza da questa parte si avverte. 🙂

 

Pertanto, ora vi dico col cuore in mano, levatevi tranquillamente tutte queste paranoie dalla testa, noi non vedenti (e persone con disabilità in generale) non abbiamo mai mangiato nessuno (almeno per il momento), rilassatevi e leggete questa paginetta 🙂

 

Partiamo dal fatto che un non vedente è una persona come un’altra, con i suoi pregi, i suoi difetti, le sue fisse, le sue lagne, le sue preferenze ecc. ecc.
È un individuo (terrestre) che non ha il senso della vista, più chiaro così?
Perfetto, se avete capito questo avete capito tutto! 😃

 

Una persona non vedente non si offende perché le dite che avete indosso una maglietta verde a rombi neri o se le chiedete che film ha visto la sera prima.

Questo perché? Perché, semplicemente, i non vedenti utilizzano esattamente le stesse espressioni di tutti gli altri. Magari dovete specificare nelle conversazioni che l’accostamento rosso-marrone non è dei migliori, oppure che se la strada è ricoperta di neve e brilla il sole nel cielo ci vedete più o meno come noi per via del riflesso, ma niente di più.

 

In ogni caso, al massimo siamo noi a dirvi se ci dà fastidio che voi utilizziate certe espressioni, ma, in generale, sentitevi davvero liberi di esprimervi come volete, senza paura di offendere niente e nessuno perché, lo dico con tutta la sincerità che ho, non è proprio il caso di farsi delle paranoie che non ci sono.
Come in tutte le relazioni, basta parlare per conoscersi meglio.

 

Pertanto vi invito, se un domani vi capiterà nel vostro lavoro, nella vostra cerchia di amici, o semplicemente per la strada, di incontrare una persona con disabilità visiva, comportatevi davvero,in modo naturale senza paura di offendere.

Poi certo, se fate certe domande come “Mi può dare un passaggio in macchina?” allora forse l’altro si chiede chi sia realmente il non vedente tra di voi, e allora sì che potrebbe sentirsi offeso, oppure si potrebbe fare una grossa e grassa risata! 🤣 Questo dipende dal carattere però, non da altri fattori.

 

Forse sono stato un po’ crudo e diretto nell’articolo, ma spero che il messaggio che volevo lanciare sia stato ricevuto.

Vorrei concludere sottolineando una cosa: il primo passo per combattere ciò che viene vista come disabilità è comportarsi con l’altro come ci si comporterebbe con chiunque, perché se si inizia a dire ogni volta “Perché tu non puoi vedere”, “Perché tu non puoi fare”, “Perché tu non puoi”, allora sì che la disabilità diventa davvero tale.

Sarebbe come avere un amico che ha paura dell’acqua e gli si dicesse “Noi andiamo in piscina questo sabato ma non ti invitiamo perché tu non sai nuotare”.
Secondo voi non ci rimarrebbe male?

 

 

 

 

 

La comunicazione con i non vedenti

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